Nel vuoto sguardo dei vetri, ride il mattino
Con tutti i suoi denti azzurri e scintillanti,
Gialli, verdi e rossi, ai balconi si cullano le tende.
Ragazze dalle braccia nude stendono panni.
Un uomo; dietro una finestra, il binocolo in mano.
Mattino chiaro dagli smalti marini,
Perla latina dalle liliali lucentezze:
Mediterraneo.
(…)
Rassicurante passato, oh, Mediterraneo!
Sulle tue rive ancora voci trionfano che si son taciute,
ma che affermano poiché ti hanno negato!
(…)
Mediterraneo! E’ fatto per noi il tuo mondo,
l’ uomo si unisce all’ albero e in essi l’ Universo
recita camuffato
La commedia della Sezione Aurea.
Dall’ immensa semplicità senza scosse
Scaturisca la pienezza,
Oh natura che non conosci salti!
Dall’ ulivo al Mantovano, dalla pecora al pastore,
nient’ altro che l’ indicibile comunione dell’ immobilità.
Virgilio intreccia i rami, Melibeo conduce a pascolare.
Mediterraneo!
Alla sera che sopraggiunge, la giacca in spalla
Egli apre la porta –
Lambito dai riflessi della fiamma, l’ uomo attraversa la sua
Felicità e si dissolve nell’ ombra.
Così gli uomini torneranno su questa terra, sicuri
D’ essere perpetuati.
Più esausti che infastiditi di aver saputo.
Nei cimiteri marini sola è l’ eternità.
Là, l’ infinito s’ affatica ai funebri fusi.
Non trema la terra latina.
E come il tizzone dissonante volteggia
Nell’ apparenza immobile d’un cerchio,
Indifferente, l’ inaccessibile ebbrezza della luce appare.
Ma ai suoi figli, questa terra apre le braccia e fa sua
La loro carne,
Pregni, questi si sbramano del sapore segreto
Della trasformazione – lentamente l’ assaporano
A mano a mano che la scoprono
E presto, ancora e dopo, i denti, i denti
Azzurri e scintillanti.
Luce! Luce! È in lei che l’ uomo si compie.
Polvere di sole, scintillio d’ armi,
Essenziale principio dei corpi e dello spirito,
In te i mondi s’ affinano e si umanizzano,
In te noi ci rendiamo e i nostri dolori si elevano.
Incombente antichità
Mediterraneo, oh, mar Mediterrane!
Soli, nudi, privi di segreti, i tuoi figli attendono la morte.
La morte te li renderà, puri, finalmente puri.
ALBERT CAMUS
Con tutti i suoi denti azzurri e scintillanti,
Gialli, verdi e rossi, ai balconi si cullano le tende.
Ragazze dalle braccia nude stendono panni.
Un uomo; dietro una finestra, il binocolo in mano.
Mattino chiaro dagli smalti marini,
Perla latina dalle liliali lucentezze:
Mediterraneo.
(…)
Rassicurante passato, oh, Mediterraneo!
Sulle tue rive ancora voci trionfano che si son taciute,
ma che affermano poiché ti hanno negato!
(…)
Mediterraneo! E’ fatto per noi il tuo mondo,
l’ uomo si unisce all’ albero e in essi l’ Universo
recita camuffato
La commedia della Sezione Aurea.
Dall’ immensa semplicità senza scosse
Scaturisca la pienezza,
Oh natura che non conosci salti!
Dall’ ulivo al Mantovano, dalla pecora al pastore,
nient’ altro che l’ indicibile comunione dell’ immobilità.
Virgilio intreccia i rami, Melibeo conduce a pascolare.
Mediterraneo!
Alla sera che sopraggiunge, la giacca in spalla
Egli apre la porta –
Lambito dai riflessi della fiamma, l’ uomo attraversa la sua
Felicità e si dissolve nell’ ombra.
Così gli uomini torneranno su questa terra, sicuri
D’ essere perpetuati.
Più esausti che infastiditi di aver saputo.
Nei cimiteri marini sola è l’ eternità.
Là, l’ infinito s’ affatica ai funebri fusi.
Non trema la terra latina.
E come il tizzone dissonante volteggia
Nell’ apparenza immobile d’un cerchio,
Indifferente, l’ inaccessibile ebbrezza della luce appare.
Ma ai suoi figli, questa terra apre le braccia e fa sua
La loro carne,
Pregni, questi si sbramano del sapore segreto
Della trasformazione – lentamente l’ assaporano
A mano a mano che la scoprono
E presto, ancora e dopo, i denti, i denti
Azzurri e scintillanti.
Luce! Luce! È in lei che l’ uomo si compie.
Polvere di sole, scintillio d’ armi,
Essenziale principio dei corpi e dello spirito,
In te i mondi s’ affinano e si umanizzano,
In te noi ci rendiamo e i nostri dolori si elevano.
Incombente antichità
Mediterraneo, oh, mar Mediterrane!
Soli, nudi, privi di segreti, i tuoi figli attendono la morte.
La morte te li renderà, puri, finalmente puri.
ALBERT CAMUS
Cap D'Antibes
Claude Monet
Un inno al nostro mare, portatore di luce e di speranza...
RispondiEliminaGrazie adorata amica mia!
Bello il quadro di Claude Monet! ma che affascina sono questi versi che cantano al mare!!! grazie cara Stefania.
RispondiEliminaTomaso
Profonde e originali sensazioni che sa trasmettere un mare "importante", decantate da un bravo autore. Ottimo l'accostamento pittorico, complimenti Stefania.
RispondiEliminaVivi un bel giorno positivo, un caro saluto, silvia
..mare fonte di vita e d'ispirazione per i poeti...Monet sempre il più grande..abbraccio Stephy...
RispondiEliminaQuesto è uno dei miei dipinti preferiti...l'ho visto circa due anni fa alla splendida mostra Mediterraneo che si è tenuta a Genova. Bellissimi anche i verso di Camus.
RispondiEliminaCiao, buon pomeriggio.
Antonella
Il mare ci regala sempre intense sensazioni e sempre nuove emozioni..grazie a voi per avermi lasciato un segno della vostra presenza.
RispondiEliminaUn abbraccio :)
Ciao Stefania,
RispondiEliminabellissima questa poesia, poi io sono un amante del mare, non potrei vivere senza mi affascina e lo amo profondamente
Un abbraccio