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mercoledì 12 marzo 2014

EMILE ZOLA E L'IMPRESSIONISMO

 EMILE ZOLA  
(1840-1902) 
Quando si parla di impressionismo non si può non ricordare Emile Zola e il suo romanzo  "L'opera"
Emile Zola ritratto da E.Manet



La scorsa settimana parlandovi "dell'impressionismo musicale" ho accennato a scrittori che avevano influenzato Debussy e la sua musica dando origine alla nascita di una nuova forma musicale. Emile Zola non è tra questi, ma per motivi diversi, è comunque legato al movimento impressionista, pittorico appunto. 
Zola scrive su «Le Voltaire» (18-22 giugno 1880) parlando dell’impressionismo: «una ricerca esatta delle cause e degli effetti della luce, che influisce sia sul disegno che sul colore».

 Cenni sull'impressionismo

Il termine “impressionismo” compare a partire dal 1874 quando Monet espose una sua tela dal titolo Impression: soleil levant. Un critico che aveva visto la mostra trovò ridicolo il quadro e chiamò Monet e il suo gruppo «impressionisti».

Nel 1863 i pittori accademici rifiutarono i lavori di Eduard Manet. Ne nacque una famosa disputa che portò all’apertura di un Salon alternativo a quello ufficiale: il Salon des Refusés. Questa data può essere considerata la data di nascita dell’impressionismo.

Pierre A. Renoir

Emile Zola, attratto dal movimento che sta nascendo scriverà spesso le sue considerazioni personali, dandone interpretazioni a volte  anche contrastanti:
"ne sottolinea il carattere trasgressivo più nella forma che non nei temi. In altri momenti entra in polemica con gli impressionisti, di cui è amico, perché nota  la loro estraneità ai problemi sociali più scottanti e il loro disinteresse per un lavoro di denuncia."


Ispirandosi agli artisti e alla loro vita scrive il romanzo: "L'opera",
che è considerato un vero e proprio manifesto, non solo della corrente impressionista, ma del pensiero letterario di Zola stesso.
 
L’opera , (titolo originale L'Œuvre, tradotto in italiano anche con i titoli Vita d'artista o il capolavoro) fu pubblicato nel 1886, in Italia uscirà con la casa editrice Garzanti.

" Vi racconto tutta la mia giovinezza, vi ho messo dentro tutti i miei amici, me stesso".

“La società diventa un corpo naturale e statico, soggetto a trasformazioni graduali ed evolutive, la cui condizione di normalità è il buon funzionamento del meccanismo di accumulazione capitalistico; di questo corpo “naturale” la borghesia al potere costituisce il cervello e il proletariato le braccia; “la rivoluzione sociale” è la peggiore malattia che possa capitare al corpo sociale …” (p. XIII).

In questo romanzo, Emile Zola introduce il lettore nel mondo dell'arte: il protagonista è infatti Claude Lantier, un pittore "maledetto" già apparso in altri due romanzi del ciclo: Il ventre di Parigi e L'ammazzatoio.

Zola riesce a dipingere con le parole la Parigi impressionista e tutti i personaggi del romanzo. Il libro è sviluppato con sapienza e capacità descrittive uniche, adattandosi perfettamente al soggetto letterario prestabilito.
L' uscita del libro nel 1886 scatenò una vera magarre. Monet, Renoir e soprattutto Cézanne alla cui vita di artista Zola si era ispirato per creare il personaggio del fallito Claude Lantier, si sentirono traditi da quel vecchio amico, il quale, piuttosto che illustrare il successo dei loro esperimenti pittorici, aveva enfatizzato la deriva fallimentare delle loro esistenze.
Forse fu una diceria popolare perchè successivamente quest'ipotesi fu smentita dallo stesso Vollard. Cezanne, comunque, ruppe ogni rapporto con Zola, così come quasi tutti gli impressionisti.



TRAMA

Claude Lantier, figlio di Gervaise Macquart, assieme ad altri pittori e scultori, si batte per imporre una nuova forma d'arte, l'impressionismo per l'appunto. Ma la nuova forma di pittura è lontana dai canoni neoclassici che all'epoca riscuotono il favore dei galleristi e delle grandi esposizioni ufficiali.
Passerà di sconfitta in sconfitta rimanendo incompreso dal pubblico e spesso anche dai suoi stessi amici.
S'innamora di una giovane donna, Christine che incontra in una sera piovosa e ne farà la compagna della sua vita. La coppia si trasferisce in campagna ed ha un figlio, che morirà all'età di dodici anni perchè affetto da idrocefalo.
Tornano a vivere a Parigi e Claude ritrova i suoi amici. Purtroppo ha anche la chiara sensazione della sua sconfitta e finisce per staccarsi dalla sua compagna.
Passerà gran parte del suo tempo in un grande capannone dove ha iniziato a dipingere un'opera gigantesca, Plen Air, che lascerà incompiuta impiccandosi di fronte ad essa.

11 commenti:

  1. Ma grazie Stefy mia per rammentarci questi capolavori dll'impresisonismo alla scrittura..un gran bel regalo e un grande bacio da parte mia!!!

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  2. I tuoi post nutrono mente e anima...soprattutto anima...grazie

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  3. @Nella e @ onda

    Grazie, è bello trovare chi apprezza...Vi abbraccio

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  4. Ciao Stefania,
    un altro super post sui maestri dell'impressionismo,, grazieeee!!!
    adoro quando fai questi post
    un abbraccio e buona giornata cara

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    1. Ti ringrazio Audrey, con questo post credo di aver completato la mia carrellata sull'impressionismo....Un abbraccio a te.

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  5. Molto gratificante e piacevole la lettura di questo post, su interpreti dell'impressionismo.
    Buon giovedì e un abbraccio, mia cara, silvia

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    1. Sempre gratificante anche per me trovarti qua, ti ringrazio. Buona giornata e un abbraccio

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  6. Cara Stefania, io passo per il mio semplice saluto, penso che sai che ignoro molte cose, e per questo ti ringrazio, e ti auguro buona giornata.
    Tomaso

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    1. Ciao mio caro Tommaso sei gentile..apprezzo sempre e ti leggo sempre molto volentieri...Un abbraccio

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  7. ...un'esposizione di autori, fra i quali E.Zola, che ha lasciato un notevole contributo letterario sulla nascita e l'affermazione del movimento impressionista...grazie Stefy, impeccabile...

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  8. Purtroppo Zola si allontanerà in seguito dai suoi amici di gioventù, fino a rinnegarli decisamente. A quel punto per lo scrittore parigino la comparsa di dipinti di Manet, in questo caso l'Olympia, al Louvre, non deve essere frutto di un semplice regalo ma di un "pieno riconoscimento nazionale del suo ingegno".

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