Visualizzazioni totali

mercoledì 20 marzo 2013

SCELTE PER VOI

3° APPUNTAMENTO

con PABLO NERUDA

La poesia di oggi è tratta da " Canto general ", che è la decima raccolta poetica di Pablo Neruda, iniziata a partire dal 1938, ma pubblicata per la prima volta in Messico, nei Talleres Gráficos de la Nación, nel 1950.
Il Canto General consta di quindici sezioni, 231 poesie e più di quindicimila versi. Opera ambiziosa, vuole essere una cronaca enciclopedica di tutta l'America Latina. Molti critici l'hanno descritto come un testo di poesia epica, perchè il canto è diretto alla natura e all'intera storia del continente americano. 
Secondo Mario Ferrero si tratta di un'opera: "densa e monumentale, quella di maggiore ampiezza tematica e sintesi americanista che si sia mai realizzata nel continente".

 Da dove veniamo..
Paul Gauguin

DISPOSIZIONI

Compagni, seppellitemi in Isla Negra,
di fronte al mare che conosco, ad ogni area rugosa
di pietre e d'onde che i miei occhi perduti
non rivedranno.

                         Ogni giorno d'oceano
mi porterò nebbia o inviolate rovine di turchese
o semplice estensione, acqua rettilinea, invariabile,
ciò che chiedevo, lo spazio che divorò la mia fronte.

Ogni funebre passo di cormorano, il volo
di grandi uccelli grigi che amavano l'inverno,
e ogni cerchio tenebroso di sargassi
e ogni grave onda che scrolla il suo freddo
ed ancor più la terra che un invisibile erbario
segreto, figlio di brume e di sali, roso
dall'acido vento, minuscole corolle
della costa unite all'infinita arena:
tutte le chiavi umide della terra marina
conoscono ogni grado della mia gioia,
                                                          sanno
che lì voglio dormire tra le palpebre
del mare e della terra...
                                    Voglio esser trascinato
giù, nel profondo, con le piogge che il vento
infuriato del mare assalta e stritola,
e poi, per canali sotterranei, proseguire
verso la primavera segreta che rinasce.

Scavate accanto a me la fossa di lei che amo, e un
        giorno
lasciate che mi accompagni di nuovo in questa terra.


 Tratta dal web
Playa di Isla Negra

In questa poesia la morte è sentita come ritorno al ventre materno e, in particolare, a una terra profondamente segnata dall'oceano, Si tratta di  una reimmersione nel ciclo perenne di morte e di rinascita, una discesa negli alvei oscuri percorsi da linfe risorgive.

5 commenti:

  1. Cara Stefania, è sempre un piacere entrare da te!
    le poesie che scegli sono veramente bellissime.
    Tomaso

    RispondiElimina
  2. Questo sentire la morte in modo tanto particolare era una caratteristica propria di Neruda, è uno dei motivi per cui mi piace tanto!
    Un abbraccio

    RispondiElimina
  3. Anche a me Neruda piace tanto, grazie di questi bei versi.
    Buona serata.
    Antonella

    RispondiElimina
  4. Sono contenta che abbiate apprezzato queste bella poesia di Neruda..un grazie a tutti.
    Ciao Stefania

    RispondiElimina
  5. ...ciao Stefyp, con Neruda ci si ritrova sempre perché lui è ovunque..foto dell'isola straordinaria..notte carissima...

    RispondiElimina