SIBILLA ALERAMO
"Io ho dinanzi a me il futuro, anche se voi non lo credete."
RITMO
Ritrovata adolescenza,
gioia del colore,
occhi verdi di sole sul greto,
scheggiato turchese immenso dell'onde,
biondezza di cirri e di rupi,
rosea gioia di tetti,
colore, ritmo,
come una bianconera rondine
l'anima ti solca.
NOME NON HA
Nome non ha,
amore non voglio chiamarlo
questo che provo per te,
non voglio tu irrida al cuor mio
com’altri a' miei canti,
ma, guarda,
se amore non è
pur vero è
che di tutto quanto al mondo vive
nulla m’importa come di te,
de’ tuoi occhi de’ tuoi occhi
donde sì rado mi sorridi,
della tua sorte che non m’affidi,
del bene che mi vuoi e non dici,
oh poco e povero, sia,
ma nulla al mondo più caro m’è,
e anch’esso,
e anch’esso quel tuo bene
nome non ha.
Sibilla Aleramo, pseudonimo di Rina Faccio nacque ad Alessandria il 14 Agosto 1876. Nel 1891 fu violentata da un impiegato della fabbrica dove lavorava. Rimase incinta ma perdette il bambino, tuttavia nel 1893 fu costretta dalla famiglia ad un matrimonio riparatore. Si trovò prigioniera in una convivenza squallida con un marito che non stimava e in una vita condotta in una cittadina della quale percepiva il gretto provincialismo. Credette di poter trovare nella cura del suo primo figlio Walter, una fuga dall'oppressione della propria esistenza. Caduta questa illusione tentò il suicidio, dal quale riuscì a sollevarsi con un personale impegno a realizzare aspirazioni umanitarie attraverso le letture e gli scritti di articoli che le furono pubblicati, a partire dal 1897, nella «Gazzetta letteraria», ne «L'Indipendente», nella rivista femminista «Vita moderna», e nel periodico, di ispirazione socialista, «Vita internazionale».
Il suo impegno femminista non si limitò alla scrittura ma si concretizzò nel tentativo di costituire sezioni del movimento delle donne e nella partecipazione a manifestazioni per il diritto al voto e per la lotta contro la prostituzione.
Il suo impegno femminista non si limitò alla scrittura ma si concretizzò nel tentativo di costituire sezioni del movimento delle donne e nella partecipazione a manifestazioni per il diritto al voto e per la lotta contro la prostituzione.
E i miei vent'anni insorsero...Perchè non avrei potuto essere felice un istante, perchè non avrei dovuto incontrare l'amore, un amore più forte di ogni dovere, di ogni volere? (pag.61)
...Qualche settimana dopo mio marito venne a casa tutto preoccupato. Io avevo ricevuto il dì stesso una lettera di una scrittrice illustre che mi invitava a collaborare in un periodico femminile che stava per fondare,(...)Speravo vederlo rallegrarsi. Al contrario mi intimò di tacere.(...)Mio marito cercò la rivista che portava il mio articolo, alcune lettere di antichi e nuovi corrispondenti che me ne complimentavano, e buttò tutto sul fuoco...
..Passato quel panico, continuai a scrivere e a pubblicare.(pag.91) (...)
(...)..Per quanti mesi ho lottato conservando l'illusione di ottenere mio figlio?
..Per mesi, per mesi..Ero disposta alla morte colla stessa consapevolezza d'un malato inguaribile. (...)
Spero qualcosa? No. Forse domani può giungermi una nuova ragione di esistenza, posso conoscere altri aspetti della vita, e provare l'impressione d'una rinascita, d'un sorriso nuovo su tutte le cose. Ma non attendo nulla. Domani potrei anche morire..E l'ultimo spasimo di questa mia vita sarà quello di scrivere queste pagine.
Per lui.
Mio figlio, mio figlio! E suo padre forse lo crede felice! Egli arricchisce: gli darà balocchi, libri, precettori; lo circonderà di agi e di mollezze. Mio figlio mi dimenticherà o mi odierà.(...)
(...)..Per quanti mesi ho lottato conservando l'illusione di ottenere mio figlio?
..Per mesi, per mesi..Ero disposta alla morte colla stessa consapevolezza d'un malato inguaribile. (...)
Spero qualcosa? No. Forse domani può giungermi una nuova ragione di esistenza, posso conoscere altri aspetti della vita, e provare l'impressione d'una rinascita, d'un sorriso nuovo su tutte le cose. Ma non attendo nulla. Domani potrei anche morire..E l'ultimo spasimo di questa mia vita sarà quello di scrivere queste pagine.
Per lui.
Mio figlio, mio figlio! E suo padre forse lo crede felice! Egli arricchisce: gli darà balocchi, libri, precettori; lo circonderà di agi e di mollezze. Mio figlio mi dimenticherà o mi odierà.(...)
mamma mia che storia triste e piena di dolore, torti subiti e violenza...purtroppo è anche la storia di tante donne, di ieri e di oggi perchè il mondo finge di cambiare ma non lo fa, almeno su queste cose.
RispondiEliminaBuona festa della donna Stefania, speriamo che le cose cambino e che il sorriso invada le donne di tutti il mondo
un abbraccione
Speriamo davvero, mia cara...passa il tempo ma le cose cambiano poco...
EliminaUn abbraccio, buona festa a te.
Ho già sentito parlare di questo romanzo, ma non ho ancora avuto occasione di leggerlo. Bellissime le poesie, soprattutto la seconda.
RispondiEliminaAuguri,
un abbraccio
Ciao Ellie, abbraccio e auguri a te.
EliminaCredo che non a caso tu abbia inserito la triste storia di questo personaggio, proprio oggi, giorno in cui, si ricorda l'immagine della donna, che speriamo tutti, venga rispettata e messa in luce per tutte le sue grandi qualità...
RispondiEliminaTanta mimosa e armonia, nella tua giornata, cara Stefania, silvia
..non vuole essere un caso..Ho scelto questa figura di donna perchè mi sembrava che sappresentasse bene, la forza, la determinazione di noi donne, ma soprattutto perchè se pur sono passati più di cento anni la donna ancora oggi ha tanta strada da fare per la parità e il rispetto!
EliminaGrazie, buona festa e armonia a te.
Cara Stefania, veramente un post stupendo, le poesie vogliono ricordare che la donna è quello che tutti ne abbiamo bisogno e che nessuno de mai dimenticare.
RispondiEliminaun giorno all'anno è troppo poco!!!
Tomaso
Ciao Tommaso, grazie... per la cosiderazione...
EliminaUna storia carica di dolore e sofferenza per questa donna, che ha saputo anche riscattarsi e lottare con tutte le sue forze, ce ne fossero con la stessa grinta…
RispondiEliminaBellissime anche le poesie che ci hai proposto Stefy, grazie e buon 8 marzo di consapevolezza alla nostra forza
Un abbraccio :-)
Grazie a te per la presenza e la partecipazione..buon 8 marzo..Ti abbraccio
EliminaGrazie Stefy cara, per queste preziose testimonianze...
RispondiEliminaTi stringo forte!
Ciao mia cara, grazie a te...un abbraccio
EliminaChe vita triste ha avuto questa donna.
RispondiEliminaQuante ce ne sono come lei ed anche peggio di lei, magari anche povere ed abbandonate a se stesse.
Chi le aiuterà, chi le salverà? Speriamo riescano a trovare un'uscita, speriamo...
Un saluto Stefy, ciao.
Ciao, mia cara, la tua sensibilità mi colpisce e comprendo, perchè purtroppo ogni giorno abbiamo testimonianze di accaduti così gravi che anch'io mi chiedo: fin quando e perchè...? Abbraccio.
Elimina...la donna è il vero simbolo della vita, il solo stendardo che dovrebbe sventolare su ogni palazzo del potere, e non solo; la triste storia che ho appena letto testimonia quanto l'uomo si in buona parte indegno di rappresentare il Bello, la Bellezza e l'Amore...prerogative naturali della femminilità...post che dovrebbe essere letto da più uomini..abbraccio cara Stefy..
RispondiEliminaIl tuo commento, Sergio, è un vero inno alla donna e ti ringrazio per tanta delicatezza e sensibilità..chiediamo parità e rispetto, ma vedo che ancora oggi ne abbiamo di strada da fare....veniamo a torto considerate il sesso debole, ma non lo siamo..teniamo, dobbiamo tener duro, e andare avanti..grazie di esserci. Abbraccio.
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