"La vita non è quella che si è vissuta ma quella che si ricorda e come la si ricorda per raccontarla" Gabo
"LA RUOTA DELLA STORIA NON SI FERMA A MACONDO" ......
Corriere della Sera del 18/04/2014
"I GIGANTI NON MUOIONO MAI"
(Il Presidente della Colombia J.Manuel Santos)
"I GIGANTI NON MUOIONO MAI"
(Il Presidente della Colombia J.Manuel Santos)
Come certamente avrete appreso il 17 Aprile 2014 ci ha lasciati Gabriel García Márquez, non ero presente sul web per farlo in quel momento, lo faccio adesso perchè mi sembra doveroso ricordare questo grande della letteratura contemporanea, premio Nobel nel 1982, che ha lasciato un'impronta indelebile del suo passaggio. Uno scrittore a cui sono particolarmente legata per i suoi scritti che hanno saputo coinvolgermi in maniera forte e significativa.
Non lo farò ricordando i suoi noti romanzi, che certamente avrete avuto il piacere di leggere, o citando la sua autobiografica completa, che credo tutti o quasi tutti conoscano, ma riportando alcuni passi estratti dal suo libro "VIVERE PER RACCONTARLA", che qualcuno di voi, magari, non ha avuto modo di leggere.
Il libro ci racconta un periodo fondamentale della sua vita: gli anni dell'infanzia e della giovinezza, quelli in cui si è formato l'immaginario che ha dato vita al suo capolavoro "Cent'anni di solitudine" . Certamente qualcuno potrà aver da obbiettare, perchè Gabo, così lo chiamavano, ha scritto tanti altri romanzi altrettanto belli, ma per la critica "Cent'anni di solitudine" è e rimane tale: un capolavoro.
Márquez riporta sulla sovraccopertina del libro le seguenti parole:
"Il mio non è libro di memorie intese in senso cronologico, un racconto che inizia dalla mia nascita biologica per arrivare al giorno della mia nascita vera, quando ho deciso di diventare scrittore. Potrebbero chiamarsi "memorie" se non fosse che i miei romanzi sono già le mie memorie. In realtà è il mio grande libro di narrativa, il romanzo che ho cercato tutta la vita."
Il romanzo pubblicato nel 2002 è stato uno dei libri più attesi di quegli anni, anche perchè si trattava di un grande ritorno dopo anni di silenzio.
Per chi vuol conoscere meglio Gabriel García Márquez consiglio quest'opera, che ruota intorno ai "misteri" della sua infanzia, agli anni trascorsi sulla costa caraibica della Colombia, a contatto con una realtà miracolosa in cui il magico era prima di tutto un elemento del quotidiano. Nelle sue pagine si trovano l'eco delle storie e dei personaggi che hanno popolato i suoi romanzi: Cent'anni di solitudine, L'amore ai tempi del colera, Cronaca di una morte annunziata ...
E' il mondo di Aracataca, che troviamo, popolato di figure fa cui spiccano soprattutto le donne di casa: la nonna Tranquilina che accese la sua fantasia raccontandogli storie inverosimili, ma forse anche vere...alla sorella Margot che mangiava la terra di nascosto...alla zia Francisca che cucì il proprio drappo funebre e morì il giorno dopo...
" Credo che l'essenza del mio modo d'essere e di pensare la devo in realtà alle donne della mia famiglia e alle molte della servitù che ebbero cura della mia infanzia"
..del nonno veterano di tutte le guerre, con figli sparsi in ogni angolo del mondo..dei genitori, del loro amore contrastato come l'amore di Fermina Daza e Florentino Ariza....e altre incredibili figure....
Riporto di seguito alcuni passaggi per me significativi del libro, il resto lo lascio alla vostra scoperta:
...Nè mia madre nè io avremmo neppure potuto immaginare che quell'innocente passeggiata di soli due giorni sarebbe stata così determinante per me, che la più lunga e diligente delle vite non mi basterebbe per finire di raccontarla...
ed ancora:
....Fino all'adolescenza, la memoria ha più interesse per il futuro che per il passato, sicchè i miei ricordi del paese non erano ancora stati idealizzati dalla nostalgia. Lo ricordavo così com'era: un buon posto per viverci, dove tutti si conoscevano, in riva a un fiume dalle acque diafane che si precipitavano lungo un letto di pietre polite, bianche ed enormi come uova preistoriche...
..Fin dall'inizio della conversazione, davanti al dottore mi ero sentito della stessa età che avevo quando gli facevo scherzi dalla finestra, sicchè mi intimidì allorchè si rivolse a me con la serietà e l'affetto con cui parlava a mia madre..
.."Sicchè tu sei il grande Gabito" mi disse. " Cosa studi?"
Nascosi lo smarrimento con un inventario spettrale dei miei studi: tutto il liceo e buoni voti in un collegio ufficiale, due anni e qualche mese caotici di Legge, giornalismo empirico. Mia madre mi ascoltò e subito dopo cercò l'appoggio del dottore.
"Si figuri, compare" disse, "vuole diventare uno scrittore" ...
..il giorno in cui andai con mia madre a vendere la casa ricordavo tutto quanto mi aveva colpito durante l'infanzia, ma non ero sicuro di cosa venisse prima e cosa venisse dopo, nè cosa significasse tutto questo nella mia vita. Ero appena consapevole che, in mezzo al falso splendore della compagnia bananiera, il matrimonio dei miei genitori era ormai inscritto nel processo che avrebbe toccato il culmine con la decadenza di Aracataca......
Dopo questo suo romanzo, nel 2005 Gabriel García Márquez, vinta definitivamente la sua battaglia contro il cancro, tornò alla narrativa con quello che sarebbe stato il suo ultimo romanzo, "Memorie delle mie puttane tristi" mentre nel 2010, riprendendo la linea autobiografica, pubblicò il saggio "Non sono venuto a far discorsi", raccolta di discorsi da lui scritti e pronunciati in varie occasioni.
Così si è scritto di lui dopo la notizia:
Con lui la letteratura sudamericana ha trovato la reale coscienza della propria identità, saldando la tradizione culturale europea con il mondo e la tradizione locale in modo nuovo, risolto. Quel modo che sarà all'origine del boom dei narratori latinoamericani nel mondo negli anni '60. E l'emblema non può che essere l'esemplare realtà della sua fantastica Macondo, la provincia di fantasia creata dallo scrittore e in cui si svolgono quasi tutti i suoi racconti, riflettendo verità e storia della Colombia d'oggi.
(dall'articolo di Repubblica del 18/04/14)
E' il mondo di Aracataca, che troviamo, popolato di figure fa cui spiccano soprattutto le donne di casa: la nonna Tranquilina che accese la sua fantasia raccontandogli storie inverosimili, ma forse anche vere...alla sorella Margot che mangiava la terra di nascosto...alla zia Francisca che cucì il proprio drappo funebre e morì il giorno dopo...
" Credo che l'essenza del mio modo d'essere e di pensare la devo in realtà alle donne della mia famiglia e alle molte della servitù che ebbero cura della mia infanzia"
..del nonno veterano di tutte le guerre, con figli sparsi in ogni angolo del mondo..dei genitori, del loro amore contrastato come l'amore di Fermina Daza e Florentino Ariza....e altre incredibili figure....
Riporto di seguito alcuni passaggi per me significativi del libro, il resto lo lascio alla vostra scoperta:
...Nè mia madre nè io avremmo neppure potuto immaginare che quell'innocente passeggiata di soli due giorni sarebbe stata così determinante per me, che la più lunga e diligente delle vite non mi basterebbe per finire di raccontarla...
ed ancora:
....Fino all'adolescenza, la memoria ha più interesse per il futuro che per il passato, sicchè i miei ricordi del paese non erano ancora stati idealizzati dalla nostalgia. Lo ricordavo così com'era: un buon posto per viverci, dove tutti si conoscevano, in riva a un fiume dalle acque diafane che si precipitavano lungo un letto di pietre polite, bianche ed enormi come uova preistoriche...
..Fin dall'inizio della conversazione, davanti al dottore mi ero sentito della stessa età che avevo quando gli facevo scherzi dalla finestra, sicchè mi intimidì allorchè si rivolse a me con la serietà e l'affetto con cui parlava a mia madre..
.."Sicchè tu sei il grande Gabito" mi disse. " Cosa studi?"
Nascosi lo smarrimento con un inventario spettrale dei miei studi: tutto il liceo e buoni voti in un collegio ufficiale, due anni e qualche mese caotici di Legge, giornalismo empirico. Mia madre mi ascoltò e subito dopo cercò l'appoggio del dottore.
"Si figuri, compare" disse, "vuole diventare uno scrittore" ...
..il giorno in cui andai con mia madre a vendere la casa ricordavo tutto quanto mi aveva colpito durante l'infanzia, ma non ero sicuro di cosa venisse prima e cosa venisse dopo, nè cosa significasse tutto questo nella mia vita. Ero appena consapevole che, in mezzo al falso splendore della compagnia bananiera, il matrimonio dei miei genitori era ormai inscritto nel processo che avrebbe toccato il culmine con la decadenza di Aracataca......
Dopo questo suo romanzo, nel 2005 Gabriel García Márquez, vinta definitivamente la sua battaglia contro il cancro, tornò alla narrativa con quello che sarebbe stato il suo ultimo romanzo, "Memorie delle mie puttane tristi" mentre nel 2010, riprendendo la linea autobiografica, pubblicò il saggio "Non sono venuto a far discorsi", raccolta di discorsi da lui scritti e pronunciati in varie occasioni.
Così si è scritto di lui dopo la notizia:
Con lui la letteratura sudamericana ha trovato la reale coscienza della propria identità, saldando la tradizione culturale europea con il mondo e la tradizione locale in modo nuovo, risolto. Quel modo che sarà all'origine del boom dei narratori latinoamericani nel mondo negli anni '60. E l'emblema non può che essere l'esemplare realtà della sua fantastica Macondo, la provincia di fantasia creata dallo scrittore e in cui si svolgono quasi tutti i suoi racconti, riflettendo verità e storia della Colombia d'oggi.
(dall'articolo di Repubblica del 18/04/14)
Ciao Stefania, conosco bene il libro per averlo letto due volte ( io amo le riletture ), hai fatto un'ottima scelta, forse è meno conosciuto degli altri grandi capolavori ma bellissimo.
RispondiEliminaCiao, buona giornata.
Antonella
Sempre molto validi i tuoi post, che lasciano trapelare opere e scrittori di notevole spessore...
RispondiEliminaBuon pomeriggio, cara Stefania, e un saluto, silvia
Un bel ricordo di un uomo straordinario. Un abbraccio
RispondiEliminaun grande della letteratura che si legge sempre con piacere,ciao Stefy,buona serata
RispondiEliminaCiao Stefania,
RispondiEliminahai fatto davvero bene a scrivere questo post, lui era una che meritava e la sua scomparsa ha lasciato un grande vuoto. Questo libro non l'ho letto, una grande lacuna alla quale tenterò di rimediare ;)
Come sempre un gran bel post ricco ed interessante
un abbaccio
Bellissimo post in onore ad un grande personaggio della letteratura!
RispondiEliminaUn piacere leggere i suoi libri!
Buona giornata da Beatris
Un grazie a voi che siete passati e avete apprezzato, Marquez è uno scrittore che resterà sempre vivo...perchè continuerà a vivere per noi con i suoi romanzi...
RispondiEliminaVi abbraccio e vi auguro una buona giornata.
..cara Stefy, a ciò che hai pubblicato non vi è molto da aggiungere, se non il dispiacere intimo di aver perduto un grande della letteratura mondiale, che coi suoi romanzi ci ha tenuto compagnia soprattutto nei nei momenti difficili della vita, i suoi libri li si rileggono sempre volentieri...un sincero abbraccio..
RispondiElimina