DALLA MOSTRA DI P.AUGUSTE RENOIR A TORINO
“...la vita è stata esattamente il contrario di come avrebbe dovuto essere, ed è la cosa più comica del mondo che mi facciano passare per un rivoluzionario, io che di certo sono il più vecchio parruccone tra tutti i pittori” così ebbe a dichiarare Renoir nel 1904.
(C.L. De Moncade, Le peintre Renoir et le Salon d'automne, in “La liberté”, 10, 15 ittibre 1904, s.p.).
(C.L. De Moncade, Le peintre Renoir et le Salon d'automne, in “La liberté”, 10, 15 ittibre 1904, s.p.).
All'età di sessantatrè anni era un pittore apprezzato, e il neonato “Salon d'Automne” gli dedicava un appassionato omaggio, contemporaneo a quello tributato a Cézanne.
Auguste Renoir come i suoi amici Cézanne e Monet raggiunge il successo alla fine della vita, dopo duri anni di rifiuti. Dagli esordi dell'apprendista pittore fino alla sua consacrazione, in questo artista, tentazione rivoluzionaria e attaccamento alla tradizione sono intimamente e costantemente collegati.
Auguste Renoir come i suoi amici Cézanne e Monet raggiunge il successo alla fine della vita, dopo duri anni di rifiuti. Dagli esordi dell'apprendista pittore fino alla sua consacrazione, in questo artista, tentazione rivoluzionaria e attaccamento alla tradizione sono intimamente e costantemente collegati.
Anch'io, per la mia particolare passione per gli impressionisti, non ho saputo resistere alla tentazione di visitare la mostra su Auguste Renoir “Dalle collezioni del Musée d'Orsay e dell'Orangerie” che si è tenuta alla GAM di Torino quest'anno.
Volevo assaporare le intense sensazioni che le opere di questo artista riescono a scatenare in me, conoscerne meglio la personalità, la pittura definita semplice e felice.
Il percorso tra i sessanta capolavori esposti non mi ha deluso, è stato un avvicendarsi, immergersi in molteplici dimensioni, se mi permettete il termine “fantastiche”, tra tele dal sapore esotico, ispirate al soggiorno algerino, tra ritratti, spaccati di vita parigina fine ottocento, tra nature morte e fiori, catturata dai colori, dalla luce; ed infine i nudi degli ultimi anni.
Le collezioni selezionate dai due musei, la scelta felice di capolavori esposti, di cui circa cinquanta erano del tutto inediti in Italia, mi hanno permesso di beneficiare di momenti davvero unici.
Volevo assaporare le intense sensazioni che le opere di questo artista riescono a scatenare in me, conoscerne meglio la personalità, la pittura definita semplice e felice.
Il percorso tra i sessanta capolavori esposti non mi ha deluso, è stato un avvicendarsi, immergersi in molteplici dimensioni, se mi permettete il termine “fantastiche”, tra tele dal sapore esotico, ispirate al soggiorno algerino, tra ritratti, spaccati di vita parigina fine ottocento, tra nature morte e fiori, catturata dai colori, dalla luce; ed infine i nudi degli ultimi anni.
Le collezioni selezionate dai due musei, la scelta felice di capolavori esposti, di cui circa cinquanta erano del tutto inediti in Italia, mi hanno permesso di beneficiare di momenti davvero unici.
Renoir fu davvero un instancabile ricercatore e le opere in mostra hanno sottolineato anche la diversità dei generi sperimentati dall'artista.
Durante la visita, mi sono soffermata sul ritratto, attratta in particolare dalla tele sull'infanzia, dalle visioni che ne ha dato Renoir.
Oggi voglio parlare proprio di questi, Renoir ne eseguì più di duemila, nei quali i bambini ebbero il ruolo più rilevante. Alcuni furono opere su commissione, altri furono la raffigurazione dei suoi ragazzi ripresi nelle varie fasi della crescita.
Pochi artisti hanno mostrato tanta naturale inclinazione verso i bambini come Renoir, che aveva l'abilità di esprimerne il loro fascino. Il suo successo in questo genere dipese in parte dalla grazia del suo stile e in parte dalla rapidità in cui lavorava.
Durante la visita, mi sono soffermata sul ritratto, attratta in particolare dalla tele sull'infanzia, dalle visioni che ne ha dato Renoir.
Oggi voglio parlare proprio di questi, Renoir ne eseguì più di duemila, nei quali i bambini ebbero il ruolo più rilevante. Alcuni furono opere su commissione, altri furono la raffigurazione dei suoi ragazzi ripresi nelle varie fasi della crescita.
Pochi artisti hanno mostrato tanta naturale inclinazione verso i bambini come Renoir, che aveva l'abilità di esprimerne il loro fascino. Il suo successo in questo genere dipese in parte dalla grazia del suo stile e in parte dalla rapidità in cui lavorava.
Julie Manet, anche detto: “Bambina con il gatto” 1887 – olio su tela 65,5 x 53,5 cm
RENOIR: - Il ritratto mi fu commissionato nel 1887 dai miei amici Berthe Morisot e suo marito Eugène Manet per la loro unica figlia Julie che all'epoca aveva nove anni.
Inizialmente ebbi a dire: “E' impossibile fare un ritratto...non appena si mette di mezzo un pittore, non c'è più nessuna somiglianza”. Ma poi accettai in ogni caso di eseguire il quadro, per l'amicizia e la complicità artistica che mi legava a Berthe Morisot. -
Questo quadro segna una svolta nell'opera di Renoir, alla ricerca di forme più solide e di una linea più precisa. Le sfumature dell'incarnato e l'armonia dei colori sono in questa dipinto più importanti del carattere.
Forse è proprio il quadro che mi ha colpito di più, per la pennellata carezzevole e fluida. Il dipinto esposto già nel 1888, acquista grande notorietà, ma resterà di proprietà del Julie fino alla morte.
RENOIR: - Lavoravo occasionalmente a pastello, contrariamente a Manet, Degas, Mary Cassatt o Berthe Morisot.
Su uno sfondo, al tracciato del pastello, attraverso un gioco di tratteggi rapidi e nervosi, cercai di abbinare con precisione contorni netti.
Volli ritrarre la figura inserendola in ovale per giocare con il concetto d'infinito. Rappresentai solo il volto, i capelli e il cappello, come potete vedere, mentre l'abito è appena accennato.. -
Su uno sfondo, al tracciato del pastello, attraverso un gioco di tratteggi rapidi e nervosi, cercai di abbinare con precisione contorni netti.
Volli ritrarre la figura inserendola in ovale per giocare con il concetto d'infinito. Rappresentai solo il volto, i capelli e il cappello, come potete vedere, mentre l'abito è appena accennato.. -
- Sono Claude, ma tutti mi chiamavano Coco, credo di aver avuto, all'epoca del ritratto, circa nove, dieci anni.
Diciamo, in realtà, che ero un pessimo modello, mio padre mi chiamava più che altro per piccoli schizzi o quando non aveva nessun altro a portata di mano. Per lo studio ne aveva uno fisso.
Ero un monello e come tutti i bambini non riuscivo a stare molto fermo. In realtà mio padre era comprensivo e durante le sedute di posa mi lasciava molto libero, ma ricordo un momento drammatico di questa posa.
Per completare il costume era previsto dovessi indossare delle calze bianche che mi davano prurito, ma papà voleva finire il dipinto, così cercando di contenere la collera pretese che le mettessi, e nonostante tutte le contorsioni che facevo per riuscire a grattarmi, finì il dipinto. -
Il clown (ritratto di Coco) 1909 – olio su tela – 120x77 cm
(Parigi museo dell'Orangerie)
(Parigi museo dell'Orangerie)
Claude, detto Coco, è il terzo figlio e ultimo di Renoir. Nato nel 1901, diventa come Pierre e Jean uno dei modelli preferiti dal pittore, che lo ritrae in non meno di novanta tele.
Renoir colloca la scena in uno spazio indeterminato che fa pensare a un teatro ornato di pilastri e colonne. L'attenzione è calamitata dal sontuoso rosso del costume, vero e proprio coronamento del dipinto e tonalità preferita dall'ultima maniera del pittore.
Renoir colloca la scena in uno spazio indeterminato che fa pensare a un teatro ornato di pilastri e colonne. L'attenzione è calamitata dal sontuoso rosso del costume, vero e proprio coronamento del dipinto e tonalità preferita dall'ultima maniera del pittore.
A metà strada tra il ritratto e la scena di genere, per chiudere questa vetrina, ho voluto inserire l'opera “Ragazze al piano”, che è senza dubbio uno dei più celebri dipinti di Renoir.
Negli anni novanta Renoir si appassiona alla raffigurazione di questi interni borghesi moderni in cui le fanciulle si abbandonano al piacere della musica, dando forma a composizioni per certi versi idealizzate.
Ragazze al piano 1892 – Olio su tela 116 x 90 cm.
RENOIR: - Di questa composizione eseguii altre sei versioni o schizzi a olio, nonché un pastello di grandi dimensioni, prima di destinare l'esemplare in mostra – tra i più riusciti – al Musée du Luxembourg di Parigi, che all'epoca consacrava gli artisti viventi. Tra l'altro fu anche il primo lavoro di un impressionista acquistato dal museo. Anche in questo dipinto volli far predominare l'aspetto decorativo. -
L'identità delle modelle ritratte è ignota.
L'amico Mallarmé la considerava una “tela definitiva, fresca e libera, un'opera della maturità”.
Auguste da grande artista, era capace di dipingere figure in cui erano evidenziati il carattere e l'aspetto psicologico.
(dettagli della ricerca e le opere in particolare, estratti dal catalogo della mostra “Renoir dalle collezioni del Musée d'Orsay e dell'Orangerie”- per i colloqui di Renoir e Coco una mia libera interpretazione su loro dichiarazioni)
Bellissimo post, veramente ricco! Splendidi i dipinti e molto interessanti le tue interpretazioni!!
RispondiEliminaGrazie !!!
Ti ringrazio, Renoir è tra i miei pittori preferiti. Anche se un po' in ritardo, la mostra si conclusa a Febbraio, non potevo tralasciare di parlarne. Un abbraccio.
EliminaDavvero validissimo, questo tuo articolo, Stefania, in cui sottolinei, con grazia e raffinatezza, la grande arte di questo notevole pittore impressionista...
RispondiEliminaMi soffermo sempre con molto piacere sulle tue pagine
Buona settimana e un sorriso, silvia
Grazie, mia cara Silvia, apprezzo le tue osservazioni. Sono contenta che ti sia piaciuto. Ti lascio un abbraccio.
EliminaCara Stefania, un post che è un piacere vederlo!!!
RispondiEliminaGrazie cara amica, e buona serata con un abbraccio.
Tomaso
Mio caro Tommaso, è sempre un grande piacere per me, trovarti qua. Passa una buona settimana, e grazie.
Eliminagrazie! non sapevo che a torino ci fosse questa mostra. ho vsto diverse mostre sugli impressionisti, ma questa sembra diversa. buona serata, ciao Andrea
RispondiEliminaCiao Andrea, la mostra purtroppo si è conclusa a Febbraio..ne parlo solo ora perchè non ne ho trovato il tempo prima...ma credimi meritava una visita..anche se so che dalle tue parti ce ne sono spesso...grazie.
EliminaCiao Stefania,
RispondiEliminaquesto post è meraviglioso, adoro Renoir e da quello che leggo e da come l'hai scritto anche tu. Dei dipinti da te postati "La ragazza al piano" è sicuramente il mio preferito.
Buona giornata cara e buon inizio settimana
un abbraccio
Grazie, mia cara
Eliminail mio mito per eccellenza è Monet, ma amo gli impressionisti e quel periodo in particolare. Devo dirti che la mostra me l'ha fatto apprezzare di più..
Buona gironata a te, un abbraccio.
Hai un modo coinvolgente di parlare di arte, sul serio! I colori di Renoir sono meravigliosi! Complimenti :-)
RispondiEliminaSaluti!!
Ti ringrazio Marco, gentile...sono contenta di essere riuscita a coinvolgerti...il fine poi, è un po' anche quello...Buona giornata a te.
EliminaDescrizione ben articolata ed abbastanza completa per conoscere meglio questo bravo artista. un abbraccio
RispondiEliminaGrazie Cettina..grazie per la tua presenza..grazie per il commento. Un abbraccio a te.
EliminaSplendidi dipinti di Renoir e bella la tua descrizione che coinvolge!
RispondiEliminaUn abbraccio e buona serata da Beatris
Ciao Stefania.
RispondiEliminaAvevo scritto qualcosa ma credo si sia cancellato.
Prova a rimandartelo.
Renoir e un grande artista e credo che avesse anche un bel carattere e questo me lo fa amare ancora di più.
Hai fatto bene a considerare i ritratti che spesso non vengono notati, invece sono proprio loro che ci fanno capire l'abilità di un pittore a trasporre sulla tela non solo l'immagine ma anche la personalità del soggetto rappresentato.
Sei stata molto brava a raccontarci di questa tua esperienza ed inoltre ti ringrazio tantissimo, perché alcune opere non le conoscevo.
Ti abbraccio e buona giornata.
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RispondiEliminaսp to ⲟther peokple tһat they wіll hеlp, sο here it takеs place.
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