Visualizzazioni totali

martedì 9 dicembre 2014

ASPETTANDO NATALE


"È Natale da fine ottobre. Le lucette si accendono sempre prima, mentre le persone sono sempre più intermittenti. Io vorrei un dicembre a luci spente e con le persone accese." (Charles Bukowski)

Natale di una volta
Natale a Regalpetra di Leonardo Sciascia


Il vento porta via le orecchie - dice il bidello.
Dalle vetrate vedo gli alberi piegati come nello slancio di una corsa.
I ragazzi battono i piedi, si soffiano sulle mani cariche di geloni.
L’aula ha quattro grandi vetrate: damascate di gelo, tintinnano per il vento come le sonagliere di un mulo.
Come al solito, in una paginetta di diario, i ragazzi mi raccontano come hanno passato il giorno di Natale:
tutti hanno giuocato a carte, a scopa, sette e mezzo e ti-vitti (ti ho visto :un gioco che non consente la minima distrazione); sono andati alla messa di mezzanotte, hanno mangiato il cappone e sono andati al cinematografo.
Qualcuno afferma di aver studiato dall’alba, dopo la messa, fino a mezzogiorno; ma è menzogna evidente.


In complesso tutti hanno fatto le stesse cose; ma qualcuno le racconta con aria di antica cronaca:"La notte di Natale l’ho passata alle carte, poi andai alla Matrice che era piena di gente e tutta luminaria, e alle ore sei fu la nascita di Gesù".
Alcuni hanno scritto,senza consapevole amarezza, amarissime cose:
"Nel giorno di Natale ho giocato alle carte e ho vinto quattrocento lire e con questo denaro prima di tutto compravo i quaderni e la penna e con quelli che restano sono andato al cinema e ho pagato il biglietto a mio padre per non spendere i suoi denari e lui lì dentro mi ha comprato sei caramelle e gazosa".
Il ragazzo si è sentito felice, ha fatto da amico a suo padre Pagandogli il biglietto del cinema…
Ha fatto un buon Natale. Ma il suo Natale io l’avrei voluto diverso, più spensierato.


"La mattina del Santo Natale - scrive un altro – mia madre mi ha fatto trovare l’acqua calda per lavarmi tutto".
La giornata di festa non gli ha portato nient’altro di così bello. Dopo che si è lavato e asciugato e vestito, è uscito con suo padre "per fare la spesa". Poi ha mangiato il riso col brodo e il cappone.
"E così ho passato il Santo Natale".



Il racconto è tratto da una raccolta "Le parrocchie di Regalpetra" che Leonardo Sciascia ha pubblicato nel 1956 sulla sua esperienza come maestro nelle scuole del suo paese.

(foto dal web) 

16 commenti:

  1. Belli questi scorci di Natale di una volta. Ma quelle che mi piacciono di più sono le parole di Bukowski: "Vorrei un dicembre a luci spente con le persone accese".
    Quanto tutto sarebbe più vero, senza tante luminarie inutili...La luce esterna ha senso se corrisponde davvero a una luce interiore!!! Allora la festa sarebbe veramente FESTA!!!
    Grazie cara Stefania!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Annamaria, già! Credo che in tanti vorremmo un Natale meno frivolo, perchè ciò ci svia da cercare la luce vera dentro di noi...Grazie e un abbraccio.

      Elimina
  2. Cara Stefania, il Natale ha sempre i suoi modi di presentarsi.
    Comunque l'emozione è sempre la stessa.
    Ciao e buona serata cara amica.
    Tomaso

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ciao Tommaso, ho qualche problemino con il computer, perdonerai se non rispondo subito....
      Il Natale porta con se' una magia che si riesce ad assaporare solo se si mantiene il bambino che in noi...e vedo che tu lo sai fare benissimo! Grazie della tua presenza, buona domenica d'Avvento e un abbraccio.

      Elimina
  3. Ciao Stefania,
    ma che bel regalo ci hai fatto con questo racconto, è stata una bella pausa.
    Un abbraccione cara e buona serata ;D

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Audrey sono contenta che tu abbia apprezzato, un abbraccio a te.

      Elimina
  4. Un racconto piacevolissimo, che ben si adatta ai giorni che stiamo vivendo, seppur con un'atmosfera "antica"....
    Molto vicina ai miei pensieri la citazione di Bukowski....ma forse di difficile attuazione nella realtà...
    Sempre splendide le pagine del tuo blog, buona serata, Stefania,silvia

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, la mia proposta segue il pensiero e l'idea che nei Natali di una volta c'era molto di autentico...adesso non sempre è così..Un abbraccio a te e buona domenica.

      Elimina
  5. Cara Stefania le tue ricerche letterarie sono dei gioielli che appresto tantissimo. Un abbraccio

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie Cettina, troppo gentile...ma apprezzo molto anch'io il tuo commento. Buona domenica d'Avvento e ti lascio un abbraccio.

      Elimina
  6. Ciao Stefania, sono colpita dalla citazione di Bukowski...quanto sono vere! Ornamenti, addobbi e luci riempiono le città e le case con mesi di anticipo rispetto al Natale e le persone sono sempre più sole, fredde e spente.
    Bellissimo il racconto...come il Natale di una volta.
    Un abbraccio.
    Antonella

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Credo che ci sarebbe bisogno di un Natale meno frivolo, si apprezzerebbe di più e si riuscirebbe ad assaporare appieno il suo spirito....Grazie Antonella dell'apprezzamento, un abbraccio a te.

      Elimina
  7. A parte la verità di Bukowski,
    queste piccoli racconti dei ragazzi di Sciascia mi hanno fatto riflettere.
    La felicità e la gioia di una festa sono sentimenti identici per tutti, ciò che cambia è il modo ed il momento in cui sono esplosi, venendo fuori in modo sorprendente.
    Bell'esempio del Natale ci hai proposto, grazie. Lo custodiro` nel mio cuore.
    Bacissimi Stefania.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Sì, mia cara dipende molto da come ci predisponiamo con lo spirito...Apprezzo molto il tuo commento e ti ringrazio di cuore, buona domenica d'Avvento a te.

      Elimina
  8. Le citazioni di Bukowski mi fanno sempre sorridere all'inizio, ma poi mi ritrovo a galleggiare nella malinconia..
    Grazie!

    RispondiElimina