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domenica 26 gennaio 2014

STORIE DI CORAGGIO

Un giovane prete, don Cirillo Perron, parroco a Courmayeur (Valle d'Aosta), nel 1943 salvò, con disponibilità e coraggio, la vita al piccolo Giulio Segre, di otto anni, figlio di un odontotecnico di Saluzzo, ebreo.


La fuga precipitosa, sempre rimandata, della famigliola di Giulio verso la montagna avvenne il 2 dicembre 1943, dopo il devastante bombardamento di Torino. Prima in un treno stipato, poi a bordo di una corriera carica di gente schiacciata dalla paura, e si concluse, dopo un rischioso controllo affidato ad un pietoso carabiniere, con l'arrivo presso la parrocchia dell’allora trentunenne don Cirillo Perron.
Abituato a nascondere i perseguitati,  senza fare differenze tra amici e nemici,
  don Cirillo trovò la soluzione per salvare la vita al biondino dagli occhi azzurri e ai suoi genitori. Giulio sarebbe diventato per tutti gli abitanti del posto un suo nipotino mandato in montagna per ragioni di salute. Chiese alla madre, Eugenia, di tenersi lontana per alcuni mesi dal bambino, per non destare sospetti, e al papà Vittorio consigliò di recarsi a Milano, dov’era più facile nascondersi e trovare lavoro senza essere riconosciuti. 
Il piccolo ospite restò con il giovane sacerdote, fino all’estate del ’45. 
Furono anni segnati da paure e difficoltà, da rappresaglie di soldati nemici e da lotte fratricide, ma il ragazzo fu salvato grazie ad una nuova carta d’identità, che il sacerdote aveva chesto di stampare ad un coraggioso tipografo, improvvisatosi stampatore di falsi documenti, e che lo identificava allora come Giulio Bigo.



A raccontare a distanza di tanti anni la vicenda è stato lo stesso protagonista, un dentista oggi nonno di nipoti ormai cresciuti. La narrazione, dedicata inizialmente a loro, poi apprezzata da molti estimatori, è stata quindi tradotta in libro “Don Cirillo e il nipotino”.

Il libro riporta la straordinaria storia di un bambino ebreo che, durante la guerra, è salvato da un giovane sacerdote tenuto nascosto in Chiesa. E poi... incredibilmente coccolato da un ufficiale tedesco. 
E' scritta col garbo e l’accorta sensibilità di chi si rivolge a giovanissimi lettori, ed è forse paragonabile per la ‘leggerezza’ dell’approccio ad un tema così drammatico, alla indimenticabile prova registica di Benigni in “La vita è bella”.

Scrive nell’ introduzione Beppe Segre, fratello di Giulio nato nel dopoguerra e oggi presidente della comunità ebraica di Torino:

“La vicenda dolorosa e tragica della mia famiglia, prima umiliata dalle leggi razziali, poi costretta alla clandestinità e straziata dalla Shoa, è la stessa storia che hanno patito tutti gli ebrei italiani. Da Saluzzo sono stati deportati 30 ebrei, 22 originari della cittadina e 8 sfollati da Torino, solo una persona è tornata. Il mio ricordo va a nonno Moise, a nonna Emma, a ‘magna’ Adele, che non ho conosciuto e che vivono per me nel racconto di chi ha avuto modo di frequentarli e di volere loro bene. Ma nei giorni in cui le forze dell’ordine avevano l’obbligo di arrestare tutti i giudei e di confiscarne i beni nell’indifferenza dei più, ci fu chi ebbe il coraggio e la dignità di resistere.

Don Cirillo Perron mise in pratica il precetto biblico (Levitico,XIX,16). 
‘Non assistere inerte al pericolo del tuo compagno’.
 Senza l’aiuto di giusti come lui non saremmo in vita. Sia benedetto il suo ricordo”

Don Cirillo Perron fu parroco di Courmayeur dal 1939 al 1989. Nato il 23 settembre del 1912 è morto il 2 ottobre 1996. 

13 commenti:

  1. Cara Stefania, ricordare quel male che ha fatto il razzismo nel mondo è una care che ognuno di non non dovrà mai dimenticare...
    Ricordiamo puro coloro che hanno fatto di tutto per poter salvare degli innocenti.
    Don Cirillo è un esempio che tutti dobbiamo ricordare.
    Buona settimana cara amica.
    Tomaso

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    1. Per fortuna in mezzo a tanto male e tanta crudeltà c'è stato anche chi ha salvato delle vite rischiando la propria.
      Grazie mio caro Tommaso, buona serata.

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  2. Piccoli grandi eroi , hanno rischiato silenziosamente la vita , hanno salvato vite..

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    1. Grazie Costantino, per la tua partecipazione..lo apprezzo molto.
      Buona serata.

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  3. Un prete davvero coraggioso, che ha salvato la vita di un innocente, facendolo scampare ad atroci sofferenze, che sottolineano, ancora oggi, la crudeltà della mente umana...
    Buon inizio di settimana e un abbraccio, cara Stefania, silvia

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    1. Ciao Silvia, ti ringrazio molto..per la tua partecipazione, purtroppo credo che la crudeltà non sarà mai sradicata..ne abbiamo esempio ogni giorno.
      Buon inizio settimana a te.

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  4. Grazie, don Cirillo !

    Mai dimenticare, sempre ricordare...l' Olocausto.

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    1. Ti ringrazio Gianna, per fortuna ci sono stati uomini come don Cirillo..chissà quanti altri in silenzio hanno salvato vite.....
      Buon inizio settimana.

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  5. Bello che la vita ci possa anche portare doni come la condotta di questo grande sacerdote che nel suo piccolo , se gli altri lo avessero seguito nell'esempio, avrebbe potuto salvare il mondo.
    Commovente storia..
    Bacio dolcezza mia!

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    1. Purtroppo la crudeltà non è cosa che si sradica.....è molto difficile riuscire ad essere indulgenti e buoni...
      grazie per la tua partecipazione. Abbraccio.

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  6. Questo libro mi manca...devo leggerla per forza anche se so già che piangerò come una fontana. Che bravo prete, magari fossero tutti cosi ;
    Un abbraccio e buona giornata

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    1. Grazie Audrey, per essere passata...non credo che il libro sia molto forte, perchè è rivolto inanzitutto ai bambini....
      Buon inizio di settimana.

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  7. Leggere racconti come questo, riesce a ridare fiducia al genere umano. Grazie Stepy, buona serata!

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